Università di Trieste: lo stravagante Protocollo coronavirus "condiviso"
Comunicato sindacale
Coronavirus e università di Trieste: la strana vicenda del cosiddetto "protocollo condiviso"
Molti fra voi hanno letto il “protocollo condiviso” di regolamentazione delle misure di contrasto e contenimento della diffusione del coronavirus negli ambienti dell’università di Trieste.
Pochi fra voi possono sapere la <stravagante> decisione del rettore di convocare un incontro dedicato all’argomento con circa 48 ore di anticipo, di rendere disponibile il testo del suddetto “protocollo condiviso” alle ore 11.23 di mercoledì 6 maggio e d’imporre lo svolgimento dell’incontro alle ore 16 di quello stesso mercoledì 6 maggio.
Inoltre, l’ateneo decideva di escludere USB dalla possibilità di parteciparvi, rispondendo negativamente ad una nostra richiesta di spostamento di data dell’incontro.
L’ateneo (e non solo l’ateneo…) non si capacita di avere a che fare con un sindacato radicato nell’università, un sindacato che conosce strumenti, mezzi e vie per far girare un argomentato e motivato pensiero critico.
Non conta essere sempre presenti, quasi fossimo a chi raccoglie più bollini al Conad.
Non c’è un premio da vincere.
Conta quello che si ha da esprimere, il pensiero e le idee che si è capaci di promuovere fra il personale.
Il rettore (e non solo il rettore…) se ne farà una ragione.
Per intanto, chi volesse approfondire qualcosa di diverso dal “protocollo condiviso”, potrà leggere le allegate osservazioni di USB, al solito formalmente acquisite al protocollo di ateneo (num. 53496 del 15/05/2020).
A futura memoria.
Ferdinando ZEBOCHIN
usb@amm.units.it