Università di Trieste: fatti non interpretabili

La delegazione USB stipula e sottoscrive l'accordo sui "sussidi" al personale universitario

Trieste -

Lo scorso anno, lunedì 10 giugno 2024, Parte Pubblica convocava la delegazione sindacale per un “Approfondimento sulle risorse destinate alle misure di welfare” (rettorale num. 80580 del 04/06/2024);

10/06/2024: la componente USB interviene immediatamente in corso di seduta esponendo le proprie osservazioni, in particolare esponendo il proprio punto di vista sulle ragioni effettive dello scostamento fra risorse imputate a bilancio e spesa sostenuta, vale a dire il noto “buco” da 30.000,00 euro che, alla fine, sarà recuperato sui colleghi attraverso una corrispondente riduzione dei rimborsi.

Coerentemente formalizza sin dal primo giorno di trattativa la propria posizione sull’argomento, rispondendo alle affermazioni dell’amministrazione e facendosi carico di presentare un’articolata e motivata proposta alternativa.

Lo scopo dichiarato apertamente (con deposito al protocollo di Ateneo) è stato sempre almeno triplice:

  1. Evitare che nel futuro possa accadere un ammanco di risorse a danno dei colleghi;
  2. Far applicare il principio costituzionale che più reddito hai, meno sussidi riceverai (principio “dimenticato” nei tre anni precedenti e causa determinante del buco di bilancio);
  3. Mettere nero su bianco che ogni, eventuale, residuo della gestione welfare deve essere reinvestito a favore del personale.

In più, USB ha chiesto fosse previsto uno specifico incontro sull’intera questione welfare, a consuntivo, decorso un anno dall’applicazione del nuovo accordo.

La delegazione USB ha verificato - anche tenendo conto delle proiezioni fatte dai competenti uffici dell’amministrazione - che un diverso importo della fascia più bassa di ISEE determina uno scostamento stimabile attorno al 5 per cento sulla somma rimborsabile.

Detta variazione, essendo non significativa, non modifica la nostra volontà di aderire all’accordo a cui tanto abbiamo contribuito – documenti protocollati alla mano - durante i lunghi mesi per la sua stipula.

Spiace constatare che alcuni preferiscano attendere mesi e mesi per rendere conoscibile la loro posizione, mettendola nero su bianco e depositandola infine a protocollo di Ateneo.

Rattrista osservare che alcuni abbiano, correttamente, apposto la propria firma all’accordo e poi - “consigliati” altrimenti – siano stati spinti a ritirarla.

Sconforta verificare che non tutti credono nella supremazia della Rappresentanza sindacale eletta a suffragio diretto da tutto il personale tecnico-amministrativo.

Correttezza, coerenza, rispetto… Per alcuni parole buone ad ogni evenienza.

Per altri, sono uno stile di vita.

In allegato la nota inviata dalla delegazione USB al protocollo di ateneo che ricostruisce, con i fatti, l’intera vicenda.

p. La delegazione USB Pubblico Impiego al tavolo di trattativa

Ferdinando ZEBOCHIN