G20 della Ricerca a Trieste: no al profitto unico obiettivo
Venerdì 8 agosto, a partire dalle ore 10.00, Piazza della Borsa – TRIESTE, presidio USB
"Lo scopo sociale di una società capitalista, insieme alla competizione tra capitalisti, porta a cicli inutili di boom e crisi, e alla fine incoraggia l'egoismo invece della cooperazione" (Albert Einstein)
Per rivendicare una Ricerca Pubblica finalizzata alla sostenibilità ambientale, perché “innovare” non significa creare profitto ma cultura, cura sociale e ambientale per “conservare” il pianeta e la vita delle popolazioni che lo abitano prima di arrivare a un punto di non ritorno!
Non vogliamo una Ricerca che diventa proprietà di pochi
Chiediamo di riconquistare una Ricerca a servizio della collettività!
TRIESTE - VENERDÌ 6 AGOSTO ORE 10:00
PRESIDIO IN PIAZZA DELLA BORSA
Trieste, con quaranta centri di Ricerca e oltre 10 mila persone impiegate nel settore detiene il record mondiale di trentasette Ricercatori ogni mille abitanti, quasi il 5% della popolazione. Probabilmente per questo è stata scelta come “palcoscenico” per la riunione dei ministri dell’economia digitale e della Ricerca scientifica in occasione della presidenza italiana del G20, nelle giornate del 5 e 6 agosto.
Il G20 è il forum internazionale delle diciannove economie più grandi del mondo più l’Unione Europea, che rappresentano più dell’ottanta per cento del PIL globale, il settantacinque per cento del commercio e il sessanta per cento della popolazione del pianeta.
I ministri si confronteranno sui temi che mettono al centro scienza, innovazione ed economia digitale assecondando le politiche neoliberiste e proponendo ancora una volta una Ricerca che nel terzo millennio si pone come primo obiettivo il profitto quale strumento nelle mani del capitale nell’ambito della competizione globale interimperialista.
La recente pandemia ha evidenziato l’inadeguatezza degli Stati ad economia capitalista nell’affrontare l’evento pandemico a causa della mancanza di una economia pianificata che metta al centro il bene della collettività. La successiva guerra commerciale sui vaccini, ha reso concreti gli effetti di anni di politiche che hanno volutamente ridimensionato e marginalizzato la Ricerca Pubblica a favore di quella privata. Affidare i vaccini alle multinazionali farmaceutiche ha comportato gravi ritardi e costi raddoppiati agli Stati che prima hanno finanziato la Ricerca delle imprese private dalle quali hanno poi dovuto acquistare i vaccini.
Qual è lo sviluppo che vogliamo affidare alla Ricerca?
Se la “crescita” dei Paesi si misura in termini di PIL, inevitabilmente la Ricerca guarderà solo al profitto senza considerare la sostenibilità sociale ed ecologica che invece determina il modello nel quale i popoli vivono e la qualità della vita che viene loro garantita.
La Ricerca diventa quindi paradigma del modello di sviluppo e rimane stretta dentro la contraddizione, tutta interna al capitalismo, tra sviluppo sostenibile e profitto/competizione globale.
USB sostiene una Ricerca che guarda allo sviluppo in termini sociali, culturali, sanitari, ambientali, in termini di sostenibilità e non di carattere bellico/militare, una Ricerca che mette al centro il pianeta e la vita dei suoi abitanti, homo sapiens compreso.
VOGLIAMO UN PROGRESSO VERO!
Vogliamo una Ricerca orientata nella giusta dimensione, anche economica e sociale, capace di individuare i terreni sui quali articolare lo sviluppo per restituire ai popoli uno strumento di miglioramento della loro qualità della vita.
Chiediamo che i finanziamenti pubblici siano vincolati ad una Ricerca Pubblica, vogliamo rimettere in discussione i brevetti e l’idea che pochi si possano appropriare di qualcosa che esiste in natura e che invece deve rimanere patrimonio di tutti, ragionare sulle necessità sociali della comunità globale e non solo di quelle dei Paesi cosiddetti avanzati.
Non vogliamo una Ricerca che diventa proprietà di pochi.
Chiediamo di riconquistare una Ricerca a servizio della collettività!
USB - Unione Sindacale di base