Wartsila Italia, USB non firma un accordo senza garanzie e invita i lavoratori a scioperare venerdì 2

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Dopo una manifestazione con 15.000 persone in piazza, una mobilitazione straordinaria e continua da parte delle lavoratrici e dei lavoratori per difendere i propri posti di lavoro, ci sarebbe sembrato normale e anche doveroso che un qualsiasi accordo da sottoscrivere con Wartsila Italia Spa contenesse a chiare lettere la garanzia della salvaguardia totale dei posti di lavoro.

Quello invece sottoscritto nella notte al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, non è nient’altro che il lasciapassare garantito all’azienda per l’uscita immediata dei motori, delle forniture e per la conseguente chiusura della produzione di motori sancita nero su bianco il 30 settembre 2023 dopo l’intervento degli ammortizzatori sociali.

Il tutto senza essere certi dell’intervento di un reindustrializzatore, senza essere certi che nel caso in cui si concretizzi una delle manifestazioni di interesse quest’ultimo sia poi disponibile o in grado di riassorbire tutto il personale diretto e di garantire l’indotto.

L’unico impegno sottoscritto da Wartsila dentro l’accordo infatti, è quello di “proseguire la ricerca di potenziali operatori interessati alla fabbrica”. Ci sembra davvero poco.

Per l’Unione Sindacale di Base al tavolo era infatti necessario rimuovere la spada di Damocle della scadenza temporale del 30 settembre: Wartsila Italia per noi doveva garantire l’attività produttiva almeno fino al concretizzarsi dell’arrivo del reindustrializzatore, con la certezza nero su bianco che quest’ultimo è pronto a riassorbire tutte le maestranze.

Riteniamo infine che l’accordo indichi in modo davvero troppo scarno e generico l’impegno triennale su cui Wartsila ha impostato il suo “Business Plan” ad eventuale garanzia di ciò che rimane in Italia sotto la multinazionale finlandese.

Sulla base di questi elementi, non certo di poco conto, come USB abbiamo infine dichiarato la nostra indisponibilità a sottoscrivere l’accordo con Wartsila, in assenza delle garanzie occupazionali da noi richieste.

Siamo alla riproposizione di un quadro già visto, dove le multinazionali vengono accontentate, mentre ai lavoratori rimangono briciole e tiepide rassicurazioni. Non siamo disponibili ad accettare in modo arrendevole lo svilimento e l’abbandono di un intervento pubblico sulle politiche industriali a salvaguardia dei posti di lavoro. Per questo invitiamo tutte le lavoratrici ed i lavoratori ad aderire  allo sciopero generale proclamato per venerdì 2 dicembre 2022.

 

USB Lavoro Privato - Industria