Trieste: un saluto a Zeno D’Agostino ma non rinunciamo al porto pubblico
Un Presidente che ha aperto un cammino per un porto moderno, pubblico e di qualità. Il suo apporto, la sua progettualità, la capacità di immaginare, di far finanziare e di realizzare ha disegnato una portualità diversa, mai ferma alle conquiste realizzate ma sempre in divenire, come la fase attuale che sta concretizzando un nuovo passaggio nella manovra ferroviaria del porto.
Altro esempio è stata Interporto di Trieste investita di un ruolo di facilitatore per chi intendesse insediarsi nel nostro territorio nelle zone franche, un soggetto che fornisce chiavi in mano strutture e permessi ad operare: pensiamo ovviamente a BAT, primo e ci auguriamo non ultimo esperimento riuscito di insediamento chiavi in mano.
Assieme abbiamo vissuto momenti densi come la manifestazione di giugno 2020 che ha visto una portualità e una città stretti all’unisono attorno al Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale e contro chi ne metteva in discussione la presidenza e l’autorevolezza.
USB, protagonista in quella piazza, in quel passaggio difendeva certo la figura del Presidente ma difendeva soprattutto il principio sancito che un porto pubblico forte è un porto migliore, migliore per i Portuali e migliore per il territorio che cresce attorno alla portualità.
Coscienti che Zeno D’Agostino non sceglie a cuor leggero e senza riflettere, senza entrare nel merito della sua decisione semplicemente gli auguriamo buona fortuna.
Sul porto che vogliamo (ALPT motore della portualità e avviamenti estesi in tutte le attività portuali, movimentazione ferroviaria Adriafer sempre e solo in mano alla ADSP, il ritorno di PTS nella portualità, marginalizzazione delle cooperative spurie come la Germano, una nuova stagione per la Salute & Sicurezza che non condanni i Portuali e la città a rivivere le morti assurde come quelle di Paolo Borselli), un porto dove il pubblico detta le regole in particolare su Salute & Sicurezza e sulla legalità dei soggetti presenti in porto e contro una ADSP lottizzata tra azionisti privati, modifica che vorrebbero far passare con una nuova 84/94, legge che regola i porti.
Alla politica che si starà già arruffando per la successione ricordiamo che la responsabilità di continuare a mantenere operativo e competitivo il nostro porto non può essere un gioco di potere e di lottizzazione.
Prendano esempio dai cittadini e dai Portuali che hanno individuato, nel giugno 2020, le caratteristiche della figura idonea a guidare il Porto di Trieste: amore per questa attività, rispetto per i Lavoratori e Lavoratrici Portuali e per la città, lungimiranza e una forte guida da parte del pubblico.