Trieste, un caso esemplare della questione abitativa

Trieste -

C’è un tema che sembra completamente scomparso dall’agenda politica cittadina e nazionale: la casa. Da diversi mesi, a Trieste, l’Assemblea per la Casa e lo sportello sociale del sindacato USB raccolgono testimonianze drammatiche di famiglie sotto sfratto, in difficoltà con l’affitto, alle prese con un mercato immobiliare sempre più esclusivo, in attesa dell’assegnazione di un alloggio popolare, completamente inascoltate dai servizi competenti. Un insieme di nodi irrisolti che mettono in sofferenza la vita di moltissime persone in questa città.

L'indifferenza istituzionale sulla questione abitativa è perfettamente sintetizzata dalla drammatica situazione vissuta dalla famiglia G., in contatto con noi ormai da alcuni mesi.

La famiglia G. è composta da sei persone: il padre, in Italia ormai da vent'anni, lavora nell'edilizia, come ha sempre fatto da quando ha memoria; la madre si occupa della casa e dei quattro figli (la più piccola ha un anno e mezzo). Il nucleo vive in un appartamento modesto, in periferia; guadagna quanto basta per sopravvivere, ma paga sempre con regolarità l'affitto.

Alla fine del 2021, la padrona dell'alloggio comunica alla famiglia la volontà di vendere l'appartamento, uno dei tanti di sua proprietà. La famiglia si muove, perciò, per trovare una soluzione alternativa. Sul mercato privato, nessuno concede però credito a un nucleo di sei persone, con un unico stipendio e con ridotte possibilità economiche. L'ATER conferma che il punteggio accumulato in graduatoria non è sufficiente a ricevere l'assegnazione di una casa popolare.

L'assistente sociale competente nulla fa, se non tentare anche lei un giro di telefonate presso alcune agenzie immobiliari: anche qui, niente da fare. Nel frattempo, la padrona dell'appartamento si rivolge al tribunale di Trieste, ottenendo la convalida del provvedimento di sfratto: la famiglia G. rischia sul serio di finire in mezzo a una strada e si rivolge a noi. Si muove anche attivando tutti i canali previsti in caso di emergenza abitativa, facendo appunto richiesta di un alloggio d’emergenza all’ATER e ai servizi sociali del Comune.

Nonostante le pressioni e i tentativi di mediazione, nulla però si sblocca. La vendita immediata dell'appartamento (che, ricordiamo, non è l'unico alloggio della proprietaria) è chiaramente la priorità assoluta.

La graduatoria ATER per le assegnazioni straordinarie procede a rilento: il punteggio della famiglia, a seguito del provvedimento di sfratto, è notevolmente aumentato e da più parti confermano che per l'assegnazione bisogna soltanto avere un po' di pazienza. Quanta? Fino a inizio 2022. Nel frattempo, l'agenzia di Novacco ammette candidamente di non avere soluzioni d'emergenza per sei persone, di cui quattro minori, che stanno per finire in mezzo alla strada.

La proprietaria dell'alloggio, dal canto proprio, rigetta qualunque soluzione conciliativa, nonostante gli inquilini continuino a versarle con puntualità l'affitto e nonostante le loro offerte di aumentare la quota di canone mensile, in attesa della casa ATER. Il Comune, contattato dallo sportello sociale di USB, si dimostra sordo e rimbalza l'intera questione al servizio sociale. Quest'ultimo, pungolato da più parti, non cava un ragno dal buco; l'unica soluzione che propone è quella del Teresiano, un servizio emergenziale di bassa soglia che le stesse assistenti sociali interpellate definiscono del tutto inadeguato per dei bambini.

A inizio ottobre avverrà un nuovo accesso per eseguire lo sfratto, questa volta con la minaccia di effettuarlo con la forza pubblica. Se nessuno farà niente, questa famiglia, a cui nulla può essere imputato, finirà per strada, e la responsabilità sarà non solo della proprietà, carente di ogni tipo di sensibilità, ma anche delle istituzioni che avranno abbandonato le loro responsabilità sociali sulla questione.

È urgente agire per la famiglia in questione e trovare contestualmente soluzioni strutturali al problema sociale della casa che possano garantire a tutti la possibilità di vivere dignitosamente, senza rischiare di finire per strada da un giorno all’altro o di rimanere inascoltati quando avanzano legittimi problemi e difficoltà.

Assemblea per la Casa Trieste

Federazione del Sociale – USB Trieste