Sciopero 3 ottobre: fermi quasi la metà dei bus
Anche in quest’occasione, i disagi all’utenza sono stati "arginati" da alcuni "crumiri" che le aziende hanno utilizzato per sostituire gli scioperanti.
Anche nel Friuli Venezia Giulia, si sono fermati - quest’oggi - gli autoferrotranvieri per protestare contro il mancato rinnovo del contratto nazionale – scaduto da oltre 33 mesi e contro la manovra economica del Governo che prevede il taglio del 70% delle risorse dedicate al settore, «che sta già producendo – precisa il Coordinatore regionale – Willy Puglia - esuberi, taglio di salario, aumento delle tariffe e diminuzione del servizio».
Il Sindacato di Base spiega che « le istituzioni locali, le aziende e i sindacati complici, stanno confezionando piani industriali che colpiscono i livelli occupazionali senza affrontare le problematiche generate dalle gestioni “allegre” delle aziende, che con parentopoli, appalti e sub appalti, hanno depredato e continuano a depredare il denaro pubblico».
Secondo l'Usb, «si sceglie invece di tagliare il servizio ed a questo scopo si predispongono gli strumenti per liberarsi di parte dei lavoratori, come dimostra la costituzione degli ammortizzatori sociali per il settore». Emblematico, secondo l'Usb, il caso della Campania, «dove la Regione ha annunciato ben 2.000 esuberi e riduzione del servizio; o della Calabria, dove accordi a perdere hanno concertato il taglio del salario di secondo livello».
Gli autoferrotranvieri si sono fermati quest’oggi – conclude Puglia - per far riflettere l’utenza e la cittadinanza ed evitare la distruzione del trasporto pubblico locale, per difendere il futuro occupazionale di 150.000 lavoratori del settore, per garantire il diritto alla mobilità, mantenere la natura pubblica del servizio e riaffermare la volontà popolare espressa con il referendum del 12 e 13 giugno che ha bocciato la privatizzazione dei servizi pubblici essenziali.