Non un semplice regolamento di ateneo
Comunicato congiunto USB CISL UIL Università di Trieste
Carissime/i tutte/i,
le organizzazioni sindacali CISL, UIL e USB d'Ateneo hanno scritto ai vertici dell'Università un'argomentata lettera con la quale si chiedeva l’immediata sospensione del procedimento di approvazione del nuovo <Regolamento Conto Terzi ed altre entrate dell’Ateneo>.
Nella lettera potrete leggere, dati concreti alla mano, quanto ampia è la distanza che separa l’attuale gestione dal rispetto dovuto nei confronti dell’intera Comunità universitaria.
Noi tutti - lavoratori e lavoratrici dell’Ateneo (Personale Amministrativo, Tecnico, Docente, Ricercatore, Lettori\CEL), Studenti/Studentesse vale a dire tutta o, almeno, la parte più consistente della nostra Comunità - siamo stati privati della basilare ed elementare possibilità di esaminare, capire e discutere un provvedimento molto importante che riguarda le entrate dell’Ateneo e la loro destinazione cioè, in concreto: chi guadagnerà ancora di più e chi si impoverirà ulteriormente.
Non c’è solo questo punto, estremamente problematico, sul tappeto. Facciamo un piccolo esemplificativo elenco:
1) la trattativa sui contratti integrativi di Ateneo per il personale contrattualizzato;
2) la riorganizzazione degli uffici fatta senza non solo alcun coinvolgimento del personale, ma in larga parte senza neppure fornire un barlume di informazione preventiva alle singole persone interessate;
3) la mobilità fatta senza rispettare le più elementari regole di rispetto per la dignità, non parliamo poi del benessere lavorativo, del personale coinvolto;
4) l’opacità con cui si vogliono introdurre farraginosi meccanismi di valutazione della “performance” (con il solito alibi di una non meglio definita, nei suoi contenuti, “meritocrazia”);
5) la volontà di applicare tali sistemi valutativi, come amano dire “as soon as possible”, sebbene la stessa “famigerata” Legge Brunetta (quindi, per essere cortesi, non esattamente la legge più favorevole ai lavoratori della pubblica amministrazione) preveda che tali sistemi non possano essere messi in atto prima del rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro (e il rinnovo del nostro, per ora, è ancora di là da venire).
Sorge spontaneo chiedersi, a questo punto, quale sia il vero obiettivo di tutto questa indefessa attività riorganizzativa.
Non sarà forse quello della restrizione degli spazi e delle opportunità di dialogo libero e democratico all’interno dell’Ateneo, fra singolo e singolo e fra gruppo e gruppo?
Vogliono ridurre le/i dipendenti TUTTE/I dell’Ateneo, Studentesse/studenti a un devoto e ubbidiente silenzio? Vogliono metterci in ginocchio ed imbavagliarci per poter poi operare indisturbati in “altri” ambiti?
Il sentimento di profondo scollamento e scoramento di tante persone, oneste e corrette, dall’Istituzione universitaria è oramai certo, OBIETTIVAMENTE certificato dai risultati di ENTRAMBE le indagini sul benessere organizzativo del 2015 e del 2016.
È immensamente triste e lascia estremamente perplessi come tutto questo sembri risultare incomprensibile per i (almeno formalmente titolati ad occuparsi con competenza di questi compiti) vertici del nostro Ateneo, a causa dei quali stiamo perdendo ogni forma di REALE democrazia interna!