Nel Governo dei migliori, la colpa è tutta degli impiegati

Trieste -

La ministra dell’Istruzione e dell’Università e della Ricerca del governo Renzi è Stefania Giannini, 53 anni, segretaria di Scelta Civica, lucchese, professoressa universitaria di linguistica, fino al 2013 rettrice dell’Università per stranieri di Perugia.

Nella sua prima intervista (vedi in allegato. Fonte: "La Repubblica") in merito alla difficile situazione in cui si trovano gli atenei pubblici nel nostro Paese ha dichiarato che nelle università ci sono troppi amministrativi: “I bilanci di molte università sono traballanti anche per questo. C’è una forte pressione sindacale: assumiamo, poi si vedrà. Bisogna prendere i migliori, invece, amministrativi e docenti, altrimenti gonfi i bilanci e poi non assumi più nessuno. Stiamo perdendo generazioni di studiosi”.

La ministra utilizza un gioco semantico per far passare due punti di vista cari ai sostenitori della radicale destrutturazione del sistema universitario pubblico:

1)      1) Dichiarando che “bisogna assumere i migliori”, lascia intendere che quelli che già lavorano non lo sono (il riferimento è agli impiegati ma riguarda tutto il personale contrattualizzato: tecnici-amministrativi e CEL. Tutti, tranne i professori universitari. I ricercatori non sono neppure nominati);

2)      I migliori, vale a dire i professori universitari, certo vanno anch’essi assunti fra i migliori ma l’assunzione degli studiosi meritevoli è di fatto impedita dagli incapaci amministrativi. 

Ancora una volta si utilizza strumentalmente il principio del merito e dei meritevoli per giustificare ulteriori tagli di finanziamento e più veloce passaggio verso una gestione privatistica (vale a dire, socializzare le perdite, privatizzare i profitti).

Dobbiamo comprendere il fondamentale passaggio in atto che, legandosi alle diverse controriforme della pubblica amministrazione e delle norme di diritto del lavoro, ha per obiettivo impedire l’azione del sindacalismo di base e la critica organizzata dei lavoratori, ridurre gli spazi democratici nel Paese e additare sempre più i lavoratori pubblici come incapaci (ipergarantiti, scansafatiche, palla al piede dello sviluppo): sarà facile licenziare o non rinnovare un contratto ad un incapace!