Il merito come arma di repressione salariale
L'Università di Trieste rifiuta l'integrazione dei fondi per il personale contrattualizzato
Nell’ultimo incontro con rettore e direttrice USB ha proposto all’amministrazione universitaria che, nel fondo incentivante, sia deciso un importo entro il quale non c’è alcuna valutazione; la valutazione agirebbe esclusivamente sulla quota eccedente. USB pensa che questa proposta sia di estrema ragionevolezza perché consente di tutelare le fasce salariali basse e medio-basse del personale universitario assicurando loro un trattamento accessorio annuo minimo, sempre esigibile.
Secondo voi è <meritocrazia> tagliare anche l’indennità “open space” ad alcuni dipendenti oppure togliere alla maggioranza del personale il <fondo comune di ateneo> (circa 250,00 euro lordi all’anno)? Di questo passo, basterà poco per convincerli che possono tagliere anche altre voci dell’accessorio! (nessuno si senta al sicuro)
Quando i dati dimostrano che fino al 96% del personale è escluso da qualsiasi progressione economica, secondo voi questo rientra nella <meritocrazia>?
Eppure, ancora oggi alcuni (singoli dipendenti e, purtroppo, anche alcune\i che si dicono rappresentanti del personale) continuano a crederci e, allora, avanti tutta con le promesse di una moltitudine di fortunati, di dotati, di favoriti dalla sorte, buone scuole e adeguati supporti.
Aveva proprio ragione lo scrittore Bernard Malamud quando, a proposito dei “senza merito”, scriveva che tutti gli uomini lo sono, però non lo sanno.
I dati non mentono e confermano quanto USB dichiara da tempo: il merito e la valutazione sono strumenti di propaganda, di puntello al facile consenso. Nella realtà essi sono efficaci armi di repressione salariale.
Infatti l’ateneo, nonostante la proposta UBS (argomentata, documentata e depositata agli atti) che, se accolta, avrebbe aumentato in misura significativa le risorse destinabili alla PEO, ha scelto di non mettere un euro in più sulla PEO e così attacca i lavoratori e le loro famiglie, già provate da un blocco salariale pluriennale (ricordiamoci che i cosiddetti aumenti saranno pressoché pari a zero e a prezzo di importanti rinunce sul fronte dei diritti e delle garanzie in nome – altra propaganda – della lotta ai fannulloni).
Anche il miglior regolamento non potrebbe nulla a fronte della privazione di adeguate risorse (e pure, siamo e restiamo convinti, che quel regolamento sia ancora migliorabile).
Il sindacato USB è dell’opinione (e con noi la maggior parte del personale che ha coscienza) che i soldi si possono trovare (sia pure in quadro normativo nazionale, certo, sempre più restrittivo e antipopolare).
Seguiremo con dovuta attenzione il percorso retributivo di “altre” componenti il personale universitario. Vedremo se raggiungeranno gli stessi risultati in termini di sviluppo di carriera retributiva (ripetiamo: 96% di esclusi) oppure se “alcuni” sono sempre meritevoli…
Comunque vada a finire, il punto di vista USB si fonda su un dato di fatto: il personale contrattualizzato è quello, all'interno degli atenei, da sempre più colpito dalla repressione salariale.
Per questo motivo quella PEO ci era dovuta, come sono dovuti i 250,00.- euro lordi all'anno di fondo comune di ateneo e che questa amministrazione vuole toglierci perché, dicono, non ce li meritiamo!
Ci sono dovuti perché ci è dovuto rispetto!
Ricordiamo a tutti voi che USB, a costo di molta fatica, mette per iscritto e protocolla le proposte e le osservazione esposte durante gli incontri informativi con l’amministrazione universitaria.
Per queste ragioni, ti chiediamo di sostenere l’azione del sindacalismo di base.
Nella nostra voce, la tua voce!
In allegato il testo scritto protocollato (a futura memoria)