IL diritto alla salute, nei limiti delle risorse!

Trieste -

Sanità: nei limiti delle risorse previste

(Il “Patto per la Salute” governo – regioni)

 

Dal sito internet dell’associazione “Medicina Democratica” onlus (all’indirizzo: www.medicinademocratica.org/wp/) leggiamo e pubblichiamo quanto segue:

 

con Intesa rep. Numero 82/CSR del 10/07/2014 Governo e Regioni hanno firmato il cosiddetto “Patto per la Salute” per gli anni dal 2014 al 2016.

In esso è stato stabilito lo stanziamento per il Fondo Sanitario nazionale per i prossimi 3 anni e definito all’articolo 6 che per “le aree della Non Autosufficienza, della disabilità, della salute mentale adulta e dell’età evolutiva, dell’assistenza ai minori e delle dipendenze” gli interventi socio-sanitari sono effettuati “nei limiti delle risorse previste”.

In altri termini i servizi di cui usufruiscono e necessitano le categorie più deboli possono essere eliminati per ragioni di bilancio: una grave decisione che andrà a colpire proprio coloro che hanno più bisogno e che è in evidentissima contraddizione con gli articoli 3 e 32 della Costituzione e con le norme sui Livelli Essenziali di Assistenza (DPCM 29/11/2001, legge 289/2002 art. 54).

Per questa ragione, l’associazione “Senza Limiti” insieme a molte altre (Associazione “Promozione sociale” di Torino, la U.T.I.M. – Unione per la tutela delle persone con Disabilità Iintellettiva, la U.L.C.E.S. – Unione per la lotta contro l’emarginazione sociale - Torino, il G.V.A. – Gruppo volontariato assistenza handicappati ed emarginati - Acqui Terme (AL), la Associazione di volontariato “Buoni amici” onlus di Favria, la A.DI.N.A. – Associazione per la difesa dei diritti delle persone non autosufficienti – Firenze, l’Associazione “In nome dei diritti” onlus di Scandicci, l’Associazione umana onlus – Unione per la difesa dei diritti dei malati anziani non autosufficienti, Perugia e la A.I.A.S. – Associazione italiana assistenza spastici, Torino) ha promosso ricorso al TAR del Lazio (competente a livello nazionale) per chiedere che tale norma venga abolita.

La posizione del Governo (questa volta insieme alle Regioni, a tutte le Regioni) ci rimanda a quando, intorno al 1850, i bisogni sociali e sanitari della popolazione erano affidati alle associazioni caritatevoli.

Ed infatti oggi, l’eliminazione dei diritti viene chiamata “innovazione” ed inserita nell’ambito delle cosiddette riforme!

Anche autorevoli costituzionalisti hanno preso posizione su questo tema ritenendo che il diritto alla salute non possa essere subordinato agli equilibri di bilancio:

“Nell’art. 2 [della Costituzione] si parla di “doveri inderogabili di solidarietà sociale”. E se c’è solidarietà sociale non si può immaginare di abbandonare a sé stessi i soggetti più deboli. Una società solidale non ammette l’emarginazione e nei doveri di solidarietà ci sono i bisogni di salute, di assistenza” (Gustavo Zagrebelsky, intervista su La Repubblica del 20/10/2014).

Nello stesso senso si esprime Stefano Rodotà in un articolo dal significativo titolo “Perché i diritti non sono un lusso in tempo di crisi”, anch’esso pubblicato nella Sez. Cultura de La Repubblica del 20/10/2014:

“(…) nel tempo che stiamo vivendo, i diritti sono indicati come un lusso incompatibile con la crisi economica, con la diminuzione delle risorse finanziarie.

Ma nel momento in cui la promessa dei diritti non viene adempiuta, o è rimossa, da che cosa stiamo prendendo congedo?

Quando si restringono i diritti riguardanti lavoro, salute e istruzione, si incide sulle precondizioni di una democrazia non riducibile ad un insieme di procedure.

Non sono i diritti ad essere insaziabili, lo è la pretesa dell’economia di stabilire quali siano i diritti compatibili con essa. Quando si ritiene che i diritti sono un lusso, in realtà si dice che sono lussi la politica e la democrazia.

Non si ripete forse che i mercati “decidono”, annettendo alla sfera dell’economico le prerogative proprie della politica e dell’organizzazione democratica della società?”;

e ancora: “I diritti non invadono la democrazia, ma impongono di riflettere su come debba essere esercitata la discrezionalità politica: proprio in tempi di risorse scarse, i criteri per la loro distribuzione debbono essere fondati sull’obbligo di renderne possibile l’attuazione”.

 

USB – Unione Sindacale di Base – federazione territoriale Friuli Venezia Giulia