Comune di Trieste: il personale dell'area educativa decide lo stato di agitazione
Appalti di servizi, condizioni del lavoro non dignitose, meno qualità del servizio per le famiglie
COMUNE DI TRIESTE: USB DICHIARA LO STATO DI AGITAZIONE NEI SERVIZI EDUCATIVI E SCOLASTICI
A seguito delle assemblee tenutesi nelle scorse settimane, USB ha dichiarato ieri lo stato di agitazione del personale dei servizi educativi e scolastici comunali (Nidi, Scuole dell’Infanzia, Ricreatori e Servizio Integrativo Scolastico).
Tale decisione è stata presa in risposta alle gravi iniziative unilaterali messe in atto dall’amministrazione comunale nel periodo ferragostano: su tutte, l’esternalizzazione di parte del personale d’appoggio delle scuole dell’infanzia per l’a.s. 2017/2018 e la contestuale chiusura netta a qualsiasi ipotesi di stabilizzazione del precariato storico dei servizi educativi e scolastici comunali.
La Giunta DiPiazza, smentendo clamorosamente i propri impegni programmatici, si rifiuta di stabilizzare i precari, benché la normativa vigente lo consenta, anzi comincia ad appaltare il personale dei servizi educativi e scolastici, con un provvedimento che farà da apripista ad ulteriori cessioni di servizi ai privati.
I risultati delle esternalizzazioni sono ormai sotto gli occhi di tutti, i recenti appalti delle mense e delle pulizie operati dal Comune di Trieste ne sono esempi eloquenti:
peggioramento netto delle condizioni lavorative e salariali delle operatrici e impoverimento sensibile della qualità dei servizi, a fronte di profitti garantiti nelle tasche dei privati.
Solo la gestione diretta ed adeguati investimenti su strutture e personale (a partire dalle stabilizzazioni delle/dei supplenti) sono in grado di garantire continuità e qualità ai servizi e condizioni lavorative ed economiche dignitose alle lavoratrici e ai lavoratori.
Inoltre, sempre in agosto, la Giunta ha dato il via libera all’overbooking del 10% a parità di personale in tutte le classi del Servizio Integrativo Scolastico, provvedimento che determinerà un aumento di fatto dei rapporti numerici, con ricadute negative su sicurezza e qualità del servizio offerto.
Lo stato di agitazione verrà mantenuto fino all’accoglimento delle richieste delle lavoratrici e dei lavoratori, a partire dalla previsione di un piano di stabilizzazioni del precariato storico, da concrete garanzie sulla reinternalizzazione del personale ausiliario e dall’apertura di un confronto sulla piattaforma rivendicativa elaborata dall’assemblea.