ATTENZIONE AI BORSEGGIATORI!
Presentato il Fondo Pensione Sirio all'Università di Trieste
Nel novembre del 1994 CGIL, CILS e UIL proclamano uno sciopero generale nazionale contro la controriforma delle pensioni prospettata dall’allora Governo di centro destra presieduto da Berlusconi. La relativa manifestazione nazionale vede sfilare a Roma un fiume di persone (probabilmente più di un milione di lavoratori). L’operazione taglia pensioni però riuscirà – senza alcuna opposizione e alcun sciopero da parte dei soliti ignoti – al successivo Governo cosiddetto tecnico, nella realtà appoggiato dal centro-sinistra, presieduto da Lamberto Dini.
La compagnia delle opere sindacali nel giro di un anno passa dall’opposizione frontale alla piena complicità con il Governo, consentendo – nei fatti – l’adozione della controriforma “Dini” (Legge 335/95) con la quale fanno precipitare la situazione delle pensioni in Italia a com’era prima degli anni ’60 (introduzione del sistema di calcolo contributivo che prende il posto di quello ancorato alle ultime retribuzioni percepite nella vita lavorativa).
I sindacati complici ottengono il pieno via libera alla sostituzione del sistema pensionistico pubblico ed universale con uno “privatizzato” attraverso i Fondi Pensione la cui proprietà è degli stessi sindacati complici!
Ne è esempio il <fondo pensione SIRIO> che ha per destinatari anche i lavoratori del comparto università: i sindacati CGIL, CISL, UIL, UGL e CONFSAL (per intenderci SNALS e CISAPUNI) sono i proprietari del <fondo pensione Sirio>, i nomi dei loro rappresentanti figurano nell’atto costitutivo del fondo e sono presenti nel Consiglio di amministrazione. È gente che più affossa il sistema pensionistico pubblico, più si frega le mani pensando alle ricche quote che potrebbero incassare dai lavoratori.
Non provano mai vergogna. In queste settimane il Fondo Sirio, cioè i sindacati di cui sopra, sta intimando a tutti gli atenei il versamento della quota d’iscrizione di euro 2,58 per ogni dipendente universitario, a prescindere dall’adesione o meno al fondo stesso (richieste di adesione, peraltro, pressoché pari a zero). Insomma, CGIL, CISL, UIL, UGL, CONFSAL invece di pensare ai precari e agli stipendi bloccati dal 2009, esigono da ogni ateneo la tangente, sempre più necessaria a organizzazioni con strutture elefantiache e un codazzo di funzionari stipendiati che farebbero di tutto pur di non dover tornare in fabbrica o in ufficio a lavorare.
Non temono neppure di propagandare teorie farlocche come quella secondo la quale essendoci più pensionati che lavoratori attivi il sistema pensionistico andava riformato e l’introduzione del sistema contributivo era necessario. Pensate un attimo: negli anni ’40 del secolo scorso in Italia circa 10 milioni di persone lavoravano nell’agricoltura. Ai giorni nostri sono impiegati in agricoltura circa 800 mila persone eppure ciascun italiano ha oggi a disposizione un numero di calorie pro capite enormemente superiore a quello disponibile nei primi decenni del secolo scorso. Se fosse vera quella stramba teoria oggi dovremmo esser tutti morti di fame. Chi sostiene che la pensione deve restituire esclusivamente quanto versato durante una vita, non tiene conto dell’enorme aumento della produttività e del fondamentale ruolo svolto dalla tecnologia nella produzione di beni e servizi.
Lavoratori, non seguite questi pifferai di corte. Cambiare modello di società di può. Mandare a mare i sindacati complici si deve: sostenete l’azione del sindacalismo di base e passate dalla vostra parte, rifiutando la delega a chi da anni ha smesso di rappresentare il mondo del lavoro!
Firmato: USB – Unione Sindacale di Base dell'Università di Trieste