Amianto: una strage consapevole

Processo Eternit a Torino: dolo evidente da parte dell'impresa

Trieste -

"L'Eternit ha causato un vero e proprio disastro, che prosegue ancora oggi, per consapevole, deliberata volontà dei suoi proprietari".

Inizia così la requisitoria del pubblico ministero Raffaele Guariniello nel processo contro i vertici dell'impresa proprietaria di Eternit.

Le vite spezzate dall'uso criminale dell'amianto (materiale di cui era ben nota l'estrema pericolosità per la vita degli operai, delle loro famiglie e dell'intera comunità dove la produzione e la lavorazione di svolgeva) sono 2191 (1649 soltanto a Casale Monferrato, in provincia di Alessandria).

Secondo l'accusa, l'impresa ha deliberatamente omesso di adottare le misure necessarie per tutelare la salute dei lavoratori nonostante la pericolosità dell'amianto fosse ben nota fin dalla dine del 19° secolo.

Da qui la decisione di contestare l'esistenza del dolo, come già avvenuto nel caso degli operari arsi vivi alla Thyssen Krupp.

"Non siamo in presenza di carenze occasionali.. Siamo in presenza di carenza strutturale, addebitabile ad una politica mondaile, a scelte aziendali di fondo, a scelte di carattere generale della politica aziendale.." ("Il Fatto Quotidiano" del 15/06/11).

Non deve essere solo un caso che Confindustria e compagni di merende vari, chiedono da tempo la modifica dell'art, 41 della Costituzione che così recita:

"L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana" e l'ultimo periodo di quello stesso art. 41 stabilisce che l'attività economica pubblica e privata deve essere "indirizzata e coordinata a fini sociali".

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