Porto di Trieste: la violenta arroganza di GST e la ferma risposta di USB

GST pensa di poter operare al di fuori delle norme portuali, dei contratti di lavoro e del diritto.

 

Trieste -

Gruppo Servizi Trieste (GST), azienda operante nel Porto di Trieste con autorizzazione a svolgere operazioni portuali in base all’art. 16 della Legge 84/94, al momento è l’azienda più problematica per quanto riguarda le condizioni di lavoro. E non solo…

Le misure di sicurezza, in particolare quelle riguardante il lavoro sui traghetti, sono un optional, tanto che i dipendenti non hanno mai ricevuto il Protocollo Operativo. Pare, addirittura, che l’azienda ritenga che il Codice della Strada non valga in porto, tanto da considerare legittimo far viaggiare persone nel bagagliaio delle automobili. I dipendenti – molti dei quali non hanno ricevuto copia del contratto di assunzione - vengono qualificati come “portuali a ore”, neanche fossero escort! Il CCNL – Contratto collettivo nazionale di lavoro viene applicato sulla carta, mentre i dipendenti lavorano “a giornata”, con i turni di lavoro comunicati di giorno in giorno, senza mansionario.

Il tutto nel silenzio di quello che l’azienda definisce “sindacato di riferimento” e “che ha fatto molto per l’azienda”. Non possiamo che credere a GST, visto che quello stesso sindacato ha proposto ai lavoratori di esprimersi in un referendum se permettere all’azienda di continuare a fare le buste paga “casalinghe” - le ore notturne lavorate e le varie maggiorazioni, pure previste, non venivano riportate in busta paga ma finivano in un indefinito calderone di “premio produzione” - oppure passare a buste paga regolari e trasparenti.

L’azienda deve essere veramente affezionata al suo “sindacato di riferimento”. Infatti, se un dipendente ha la malaugurata idea di iscriversi a un altro sindacato, i dirigenti aziendali si preoccupano immediatamente di invitarlo “caldamente” a ritornare all’ovile. Fino ad arrivare al non rinnovo del contatto a tempo determinato a un dipendente – in precedenza dichiarato “indispensabile all’azienda”! - iscrittosi a un sindacato diverso da quello “di riferimento”. Insomma: non è bene “non pensarla come noi (loro)”!

L’azienda è evidentemente convinta di poter fare quello che le pare, con qualche dirigente, forse montatosi la testa per l’omonimia con un ex ministro della Repubblica, che forse crede di poter trattare i lavoratori come schiavi:

imponendo doppi turni “obbligatori volontari”, non tenendo conto delle limitazioni per patologie nell’assegnazione degli incarichi, inventandosi “nuovi contratti” con riduzioni di stipendio e cambiamento di orario, continuando ad utilizzare i lavoratori “a chiamata”, mettendo i lavoratori in ferie a suo piacimento, senza avvisarli, e così via.

Inoltre, la GST continua ad operare con modalità diverse rispetto a quelle per cui ha ottenuto l’autorizzazione, mischiando lavoratori di aziende diverse, ma riconducibili alla stessa proprietà, nel lavoro sugli appalti ottenuti da una delle stesse.

Evidentemente anche la firma di un verbale d’incontro in Autorità Portuale, in cui si impegnava a regolarizzare i contratti, normalizzare i rapporti con il nostro sindacato e a procedere all’unificazione di due delle aziende che hanno l’autorizzazione ex art. 16, viene considerata carta straccia, un foglio di carta da firmare per dare un contentino alle istituzioni per poi continuare a fare come prima.

Perché l’azienda continua a permettersi di rispondere alle legittime richieste di USB CLPT - in merito all’applicazione del contratto e delle normative di sicurezza - con delle vere e proprie prese per i fondelli oppure facendo finta di non capire.

I dirigenti GST nei confronti dei lavoratori, in particolari verso quelli iscritti alla nostra organizzazione sindacale, hanno atteggiamenti che hanno ormai raggiunto il limite della sopportazione e delle cui possibili conseguenze l’azienda sarà l’unica responsabile.

Se GST ritiene di poter continuare così, si sbaglia di grosso. Infatti, non solo USB CLPT ricorrerà a tutti i mezzi a sua disposizione per imporre il rispetto di contratti, leggi e regolamenti; esistono, in verità , tutte le condizioni perché a GST, nonché alle aziende riconducibili alla medesima proprietà, venga ritirata l’autorizzazione ad operare in porto.

Naturalmente, tutelando il posto di lavoro dei dipendenti, la cui professionalità e dedizione (dimostrate da ultimo nello scarico della supernave attraccata al terminal GMT) merita sicuramente un trattamento umano e contrattuale migliore, aderente a normali standard relazionali.

Per USB LP Trieste - CLPT