La Costituzione vigente e l'ipocrisia della classe dirigente

Il protocollo d'intesa Regione - Università

Trieste -

Il senso del rispetto della classe dirigente per i principi costituzionali passa anche attraverso un <protocollo di intesa>.

Da apparente materia sindacale, il protocollo rende evidente l’ipocrisia di quanti – formalmente – asseriscono di voler migliorare il servizio pubblico di tutela della salute, garantire continuità delle cure e dell’assistenza e lo svolgimento delle funzioni di prevenzione.

Quante volte, nei contesti più diversi, avvertiamo la netta separazione fra la Costituzione – i suoi principi, le garanzie, i diritti – e i contenuti delle leggi che quella Costituzione vigente dovrebbe applicare ai diversi temi: istruzione, sanità, lavoro, previdenza, assistenza, giustizia sociale, libertà e così via.

Dicono che assumere medici, infermieri, tecnici di laboratorio oppure ogni altra professionalità e competenza sanitaria NON si può perché aumenterebbero le spese per il personale e con esse il debito pubblico; e questo proprio non si può... (il pareggio di bilancio, la UE, questo o quel trattato ed altro ancora).

Poi, gli stessi, fanno a gara per costruire opere “pubbliche” tanto faraoniche quanto inutili e dannose (basti pensare al TAV Torino-Lione, al MOSE a Venezia, ai grandi complessi sportivi inaugurati e poi immediatamente chiusi).

Gli stessi, indistintamente destra-centro-sinistra, dopo aver speso milioni di euro per la ristrutturazione dell’Istituto pediatrico di ricerca e cura Burlo Garofolo di Trieste decidono per la sua completa, nuova edificazione nel diverso polo ospedaliero di Cattinara.

Assumere personale sanitario crea debito pubblico, secondo lor signori; spostare risorse pubbliche dallo Stato Sociale verso i professionisti delle costruzioni no.

Qualunque cittadino attento alle cose di questo mondo ha piena consapevolezza di come la messa in pratica dell’art. 32 della Costituzione vigente (“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”) richieda forti investimenti nel personale sanitario, nella ricerca scientifica di base, nella promozione delle condizioni che migliorano lo stato di salute. Richiede la messa in discussione di un modello di società che asseconda e promuove gli interessi economici di pochi a danno di lavoratrici, lavoratori e famiglie che hanno il “solo” diritto di esigere una vera sanità pubblica.

In allegato troverete il testo del <protocollo di intesa> fra la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e le università statali di Udine e Trieste e la relativa risposta congiunta USB, CISL e UIL Università di Trieste.