Convegno del 29 ottobre 2015 - Il Futuro Di Trieste Passa Per Il Porto

Comunicato stampa, servizio di Telequattro e video del Convegno "Il Futuro Di Trieste Passa Per Il Porto - Allegato VIII Del Trattato Di Pace"

Trieste -

CLPT e USB Trieste esprimono la loro soddisfazione per l'esito del convegno, a cui ha partecipato un centinaio di persone. Si scusano inoltre con le decine di persone che per problemi di sicurezza non hanno potuto far accedere alla sala.

Il convegno è stato l'occasione per smentire definitivamente tutte le strumentalizzazioni sulla pretesa politicità delle rivendicazioni dei lavoratori portuali e della loro lotta.

CLPT e USB Trieste sottolineano in particolare l'importanza del fatto che le istituzioni presenti al convegno – Sindaco e Commissario straordinario dell'Autorità portuale di Trieste – abbiano riconosciuto che l'Allegato VIII° è di fatto il massimo strumento normativo per quanto riguarda l'attività del Porto Franco Internazionale di Trieste. Considerano inoltre con grande soddisfazione il ribadito impegno da parte del Commissario D'Agostino a istituire una commissione che si occupa della messa in pratica delle norme dell'Allegato VIII°.

CLPT comunica che nel corso della settimana si terrà un incontro con l'APT al fine della verifica dell'attuazione degli accordi del 26 agosto 2015.

 

RELAZIONE INTRODUTTIVA AL CONVEGNO

USB ha voluto organizzare questo convegno assieme al Coordinamento dei lavoratori portuali, per fare il punto sulle vicende che hanno coinvolto lo scalo portuale soprattutto dopo la svolta attuata dai lavoratori che dapprima hanno abbandonato in massa le oo.ss. – aderendo ad USB - hanno fermato per un intera giornata tutte le operazioni portuali, rivendicando con forte determinazione la necessità di invertire una rotta che da decenni aveva oramai portato ad una situazione di frammentazione del mondo del lavoro, di privatizzazione delle operazioni portuali ed al rovinoso naufragio dei diritti acquisiti con anni di lotte e di sacrifici.

Una vertenza esemplare che da un lato ha voluto contestare un sistema fallimentare di concessioni, di appalti di gestione del personale e dall’altro lato valorizzare e confermare una prospettiva di regolazione dei rapporti tra le parti, che non può che passare attraverso un modello di conflittualità sindacale da sempre condivisa e praticata – in tutte le realtà sindacali che USB organizza nel Pubblico Impiego e nel Lavoro Privato a Trieste in Regione e a livello nazionale.

Una vertenza emblematica – quella del porto di Trieste - che sta cercando di ricomporre - con grande determinazione - la frammentazione sociale determinata da una politica di sfruttamento, che da lungo tempo ha interessato anche i lavoratori dello scalo Giuliano, con la riduzione degli stipendi, la scarsa sicurezza, la riduzione degli organici.

Tutti elementi caratterizzanti di una politica antisociale che ha consentito da un lato l’aumento dei profitti delle imprese e dall’altro la precarietà del rapporto di lavoro, l’aumento selvaggio dei carichi di lavoro, il ricatto occupazionale, la svendita dei diritti acquisiti. 

USB e CLPT sono fermamente convinti che la direzione verso cui orientare la bussola dello sviluppo portuale, sia già ben evidenziata e prevista all’interno di quella specifica Normativa di Legge che all’ interno del porto di Trieste, già trova la sua applicazione per le sole imprese portuali. 

Il convegno odierno si pone inoltre l’obiettivo di fornire una risposta chiara ed inequivocabile a quegli ambienti politici e sindacali – locali e nazionali - che nei mesi scorsi hanno ripetutamente tentato di ostacolare e contrastare le rivendicazioni dei lavoratori, sollevando delle questioni strumentali e pretestuose che utilizzavano delle fantasiose ipotesi di natura politica che nulla avevano a che fare con le reali ragioni della protesta e con le motivazioni dello sciopero che il 26 agosto ha completamente paralizzato le operazioni portuali. 

Una conferma ed una garanzia in tal senso si può facilmente rilevare dall’attività svolta da USB – sia livello nazionale che a livello locale – dove si evince chiaramente che l’Organizzazione sindacale è indipendente. 

Quindi per il Sindacato di base rivendicare oggi l’applicazione dell’allegato VIII° del trattato di pace non rappresenta di certo un intervento di natura politica, né tantomeno significa voler avvalorare l’interpretazione di parte che ad esso viene data da alcuni ambienti nostalgici e secessionisti.

L’allegato VIII° è a tutti gli effetti la Normativa di Legge in vigore all’ interno del porto franco internazionale di Trieste e rappresenta per l’Unione Sindacale di Base e per il Coordinamento dei lavoratori portuali lo strumento con il quale sarà possibile porre fine a quel clima di sfruttamento selvaggio che i lavoratori hanno dovuto subire negli ultimi anni, in modo da riuscire a porre le basi per uno sviluppo dell’economia del porto e più in generale per l’intera economia del Capoluogo regionale.

Non è certo casuale infatti che diverse imprese portuali stiano già da tempo usufruendo delle agevolazioni fiscali previste dall’Allegato VIII°, nel mentre i lavoratori dello scalo continuano incredibilmente a rimanerne esclusi.

USB e CLPT e tutti i lavoratori dello scalo giuliano sono decisamente persuasi del fatto che le lotte dei lavoratori non potranno essere fermate né con la repressione né con le azioni giudiziarie e si augurano che questo convegno possa servire a far comprendere a tutti che con le privatizzazioni, la precarietà, la flessibilità la frammentazione le prevaricazioni e lo sfruttamento dei lavoratori, NON SI COSTRUISCE LO SVILUPPO E NON SI GARANTISCE LA PACE SOCIALE, neppure nel porto di Trieste.

USB, CLPT e tutti i lavoratori dello scalo giuliano sono fermamente convinti che lo sviluppo del porto e più in generale dell’economia cittadina non potrà concretizzarsi in assenza di una scrupolosa osservanza delle Normative di legge, il rispetto della dignità della persona e un diffuso miglioramento delle condizioni lavorative.